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Pagamento affitto uso abitativo in contanti nel 2025: cosa prevede la legge

Nel 2025, la disciplina sul pagamento degli affitti in Italia distingue chiaramente tra locazioni ad uso abitativo e locazioni commerciali o di altro tipo.
Per gli affitti di case, appartamenti e stanze destinati a residenza, il legislatore ha stabilito un regime molto rigoroso, con un divieto assoluto di pagamenti in contanti.

📌 Quadro normativo di riferimento

Il divieto nasce con l’art. 1, comma 59, Legge n. 147 del 27 dicembre 2013 (Legge di Stabilità 2014), che recita:

“I pagamenti relativi a canoni di locazione di unità abitative, ad esclusione di quelli di alloggi di edilizia residenziale pubblica, devono essere corrisposti obbligatoriamente in forme e modalità che ne assicurino la tracciabilità.”

👉 Questa norma è tuttora in vigore nel 2025 e prevale sul limite generale di utilizzo del contante (oggi fissato a 4.999,99 €).

🚫 Divieto di contanti negli affitti abitativi

Ciò significa che:

  • Non è mai consentito pagare l’affitto in contanti, neanche per importi bassi (es. 250 € o 600 € al mese).
  • Il divieto si applica anche se proprietario e inquilino sono d’accordo.
  • Non è una questione di soglie: è un divieto assoluto, a prescindere dall’importo.

Modalità di pagamento consentite

Per rispettare la legge, gli affitti abitativi devono essere pagati con strumenti tracciabili come:

  • Bonifico bancario o postale (soluzione più diffusa e sicura).
  • Assegno bancario o circolare non trasferibile.
  • Versamento diretto su conto corrente del proprietario.
  • Carte di pagamento, POS, app di pagamento elettronico (se disponibili).

⚖️ Conseguenze del pagamento in contanti

Se l’affitto abitativo viene pagato in contanti, possono sorgere varie problematiche:

  1. Invalidità fiscale del pagamento
    • Il contante non produce prova certa e il proprietario potrebbe dichiarare di non aver ricevuto nulla.
  2. Rischio di sanzioni
    • Pagare in contanti un affitto abitativo significa violare l’obbligo di tracciabilità: le autorità (Guardia di Finanza, Agenzia delle Entrate) possono applicare sanzioni amministrative.
  3. Perdita delle detrazioni fiscali
    • Le agevolazioni IRPEF spettanti per specifiche categorie (studenti fuori sede, giovani inquilini, lavoratori trasferiti, ecc.) valgono solo se il pagamento è tracciabile.
  4. Difficoltà in caso di contenzioso
    • Senza prova bancaria o ricevuta, l’inquilino rischia richieste di “doppio pagamento” o contestazioni in tribunale.

🔍 Esempi pratici

  • Affitto di 500 € pagato in contantinon valido, nessuna detrazione fiscale, rischio sanzione.
  • Affitto di 800 € con bonifico bancariovalido, tracciabile, consente di usufruire delle detrazioni IRPEF.
  • Affitto di 350 € con assegno non trasferibilevalido, purché sia rilasciata ricevuta.

Conclusione

Nel 2025 in Italia, chi vive in affitto in un immobile ad uso abitativo deve sapere che il pagamento in contanti non è mai consentito.
L’unico modo per essere in regola, tutelarsi da contestazioni e accedere alle agevolazioni fiscali è usare mezzi tracciabili.

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